Questo sito, www.iltocco.eu, utilizza i cookie per migliorare servizi ed esperienza dei lettori. Se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso. Leggi l'informativa per saperne di più.

Riscoprire la bellezza


Non molti anni fa un film parecchio apprezzato dall’opinione pubblica, in particolar modo da quella giovanile, ci faceva riflettere su uno dei valori più importanti ma spesso inavvertito nel quotidiano: la bellezza. Il riferimento è, ovviamente, ai "Cento Passi" di Marco Tullio Giordana. In una sequenza il protagonista, Peppino, in compagnia di un suo compagno su una delle tipiche alture del palermitano, mentre sono intenti a scattare alcune fotografie riflette sul valore della bellezza. Il concetto non è banale se lo contestualizziamo con l’impegno antimafia portato avanti nella sua vita e magnificamente narrato nella pellicola. La bellezza non è una forma aggettivale, ma un vero e proprio status di cose, ambienti, culture, segni tangibili e intangibili della natura e del modo di operare dell’uomo.
Quest’epoca storica sarà ricordata per tanti avvenimenti, problemi e novità, a livello globale, nazionale e locale. Non è necessario elencare tutte le caratteristiche del nostro tempo, quanto porre l’attenzione sulla perdita di molti valori riconducibili a un’unica entità non astratta: la bellezza.
Seppur con problemi, con una crisi economica in corso e con la mancanza di lavoro e prospettive, viviamo in una realtà che di bellezza ne ha ancora tanta da offrire. È sufficiente rivolgere il proprio sguardo all’ambiente quasi incontaminato che ci circonda, invidia di molti e stupore di quei pochi che vengono qui anche da molto lontano per trascorrere qualche giornata. Abbiamo anche tanti beni artistici, custodi del bello per eccellenza. Anche alcune consuetudini e tradizioni, sempre più in pericolo di estinzione, ci ricordano quanto il nostro sia ancora un luogo vivo, attraente, pieno di virtù. Ciò è dovuto alla natura generosa, ma anche alle attività umane che nel tempo hanno saputo custodirlo e valorizzarlo.
Nonostante questa condizione basilare di positività, dobbiamo, tuttavia, essere realisti. Negli ultimi tempi sembra che questi concetti non interessino più, se non a quei pochi che con il loro operato cercano ogni giorni di mantenere, inconsciamente, ideali di bellezza. E lo ripetiamo: non si tratta di un concetto astratto, ma di una tangibilità espressa nell’impegno sociale, verso il prossimo, la cultura e l’arte, o più semplicemente nel mantenere e ravvivare una comunità in evidente difficoltà sotto ogni aspetto. Solo pochi eletti hanno la possibilità di dare di più, essendo necessarie, spesso, competenze, esperienze e ruoli per ottenere risultati. Ma il tutto deve essere plasmato da impegno, passione e interesse verso il proprio territorio e chi lo abita.
Quel che sta accadendo nel mondo dovrebbe far riflettere e comprendere in modo immediato quanto la nostra società locale sia ancora fortunata. Oggi più di ieri, in altre parti del mondo conflitti sociali e tensioni rendono invivibili intere zone nella soddisfazione di bisogni basilari quali la pace, la libertà e la nutrizione. È in corso un esodo epocale di intere popolazioni che si spostano dal sud del mondo verso le nostre zone e ancor più sopra di noi, nella speranza di poter ottenere una necessaria dignità per la quale i nostri stessi antenati non esitarono, in un’epoca non lontana dalla nostra, ad attraversare l’oceano. Eppure sembra che pochi se ne rendano conto e riescano a comprendere quanto sia bello tutto ciò che ci circonda, se paragonato a quel che avviene a poca distanza da noi. Questo dovrebbe essere un motivo in più per tenere al bene comune, alla costruzione collettiva del nostro futuro. La primavera è, anche simbolicamente, un momento di risveglio: che possa riprendersi dal torpore chi ha dimenticato quanto sia importante il proprio ruolo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

(da "il Tocco" n. 7 - maggio-giugno 2015)