
Fin che la barca va. Quale politica a San Piero Patti?
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- Categoria: Approfondimento e opinioni
- Pubblicato Venerdì, 05 Febbraio 2016 17:32
- Scritto da Filippo Accordino
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È il tintinnio della pioggia sui vetri dell’aula Florio a far da sottofondo alla seduta del civico consesso di ieri sera. In una sala che registra da qualche tempo un timido aumento di pubblico presente, i consiglieri si sono riuniti per prendere atto delle recenti e radicali modifiche nella composizione della giunta. Seduti alla destra del sindaco Ornella Trovato i due nuovi assessori Massimiliano Giambrone e Antonino Todaro.
Il clima è tranquillo. I consiglieri prendono atto dei cambiamenti con lunghi discorsi di resoconto, non caratterizzati da toni accesi. Alcuni membri di Progetto Paese e l’indipendente Pagliazzo chiedono ancora una volta le dimissioni del primo cittadino, poiché in seguito agli ultimi eventi ritengono sia la soluzione più giusta e politicamente corretta.
Dimissioni del vicesindaco e assessore Giuseppe Interdonato. Revoca dell’assessore Massimo Natoli. Nomina Massimiliano Giambrone e Antonino Todaro nuovi componenti in seno alla giunta.
Per cercare di comprendere le dinamiche che hanno condotto la squadra a questo nuovo assetto, probabilmente occorre tornare indietro con il pensiero all’estate 2015. Il 24 agosto, di buon'ora, il sindaco revoca l’incarico all’assessore Loredana Ferro, con la motivazione che era venuto a mancare il necessario rapporto di fiducia. Non è la prima volta che la Trovato perde la fiducia in qualcuno, anzi ciò è accaduto di frequente nel corso di quasi nove anni. Probabilmente è anche questa una delle cause scatenanti una situazione di malcontento, maldestramente celata all’esterno della casa municipale. Con il sopraggiungere dell’autunno e ancor di più sotto il periodo natalizio, dalle parole informali degli altri componenti non è difficile capire che qualcosa non va. Non vi è più un agire comune secondo uno schema programmatico condiviso, ma si opera come se vi fossero due o tre sindaci con progetti diversi.
I rapporti tra il Taranto e il Natoli non sono dei migliori e di ciò non è fatto mistero. Il 31 dicembre, mentre in giunta bisogna predisporre i contributi per alcune associazioni che avevano realizzato eventi nel corso dell’anno, non si riesce a trovare un accordo. Essendo l’ultima occasione utile, Interdonato e Taranto, secondo quanto da loro dichiarato, per evitare che si perdano completamente le somme disponibili, votano secondo le intenzioni di Natoli. Il sindaco, infatti, quel giorno è assente e Natoli dichiara di non voler votare alcuna altra proposta differente dalla sua, pena la perdita totale dei contributi. Ma la cosa non va giù agli altri due e i primi di gennaio Ornella Trovato riceve l’aut aut: o noi, o lui. In una lettera a firma di Taranto e Interdonato si ravvisa il comportamento politicamente scorretto di Massimo Natoli, da loro non più sopportabile. Ma cosa di tanto grave ha macchiato il suo agire? Nella lettera da lui firmata e presentata ieri sera in consiglio, Massimo Natoli afferma che il suo comportamento era dettato solo da ragioni di equità, poiché «un buon amministratore è come un padre di famiglia, che non privilegia uno solo dei figli». Si trattava di dividere una somma di 13.090 € tra la Pro Loco, la Filarmonica “Città di Chiavari” e l’associazione “Vento del Sud”, per aver organizzato, rispettivamente, la sfilata dei carri di carnevale, gli eventi di Pete Rugolo e il festival Blue Notes nel Borgo. La discordanza tra gli amministratori quel giorno presenti è l’emblema più significativo di una mancanza di programmazione comune. In che modo il sindaco avrebbe preferito dividere la torta dei contributi e se abbia dato indicazioni a qualcuno degli assessori non è chiaro, data la sua assenza. Ma questo episodio segna, comunque, un altro punto di non ritorno.
Tempo qualche settimana e Interdonato si dimette, proprio dopo la sera del consiglio comunale in cui, anche sulla questione Sprar, sono evidenti le ampie divergenze col primo cittadino. Interdonato, nella lettera di addio, riconduce le sue dimissioni a motivi personali ma poi, in dichiarazioni rilasciate a “il Tocco” e nella lettera giunta in consiglio ieri sera, accusa difficoltà insormontabili che lo conducono a questa scelta. Dopo ben nove anni, il sindaco perde uno dei pilastri portanti del suo progetto politico.
A questo punto, Ornella Trovato, per non imbarcare altra acqua rischiando un naufragio con conseguenze tragiche per se stessa, è costretta ad operare delle scelte. Interdonato, purtroppo per lei, non c’è più, ma adesso come agire? È necessario togliere qualche zavorra, ma qual è quella più pesante tra Taranto e Natoli? Può buttare giù in mare Salvatore Taranto, che oltre a essere assessore ricopre la carica di consigliere comunale? Alla fine a perdere, dopo meno di un anno e mezzo dalla sua nomina, è Massimo Natoli, che tramite un’elegante e serena lettera, ieri sera, ha ringraziato tutti per il lavoro svolto, ripercorrendolo cronologicamente e assicurando il suo impegno per il paese anche senza esser più seduto su una poltrona.
Chi ha vinto e chi ha perso in queste vicende?
Un vicesindaco e assessore, fondatore del gruppo politico che ha scelto Ornella Trovato quale leader? Politico di poche parole, abituato a lavorare con discrezione dietro le quinte, che sicuramente avrà operato una decisione sofferta ma inevitabile?
Un assessore alla pubblica istruzione, politiche per il lavoro e, per meno di un mese, turismo, Massimo Natoli, che secondo quanto denunciato dai suoi colleghi di giunta si è macchiato di un modo poco opportuno di fare politica, imponendo le proprie scelte?
Un assessore al bilancio e beni culturali Salvatore Taranto, che condivide l’operato di questa amministrazione solo quando si tratta di ambiti di sua competenza e che al riparo da dichiarazioni ufficiali è rimasto molto infastidito dall’assenza del sindaco nella serie di eventi culturali da lui realizzati, denunciando una sorta di boicottaggio?
Due nuovi giovani assessori, Massimiliano Giambrone e Antonino Todaro, che si ritrovano a salire su una barca in alto mare che tra poco più di un anno dovrà essere definitivamente ormeggiata, che a questo punto si configurano come due assessori tecnici essendo il periodo troppo breve per fare grandi progetti?
Che dire, infine, del consiglio comunale, dove ormai tra grilli, figli prodigi che tornano a casa e membri lontani fisicamente e non solo da San Piero, vi sono è una frantumazione paragonabile solo a qualche stato mediorientale?
Se dobbiamo ragionare con gli antichi adagi, secondo i quali chi governa è lo specchio del popolo e quest’ultimo ha sempre il governo che merita, San Piero non è più una comunità compatta e vogliosa di progettare un futuro. Nonostante questa amministrazione, nel corso degli anni, abbia anche realizzato opere, acquisito finanziamenti ed evitato di gravare i cittadini della TASI, come ha affermato ancora una volta ieri sera il consigliere Camuti, non c’è un progetto definito in grado di tracciare una strada. Non basta amministrare. Bisogna fare politica, operare delle scelte. E per farlo serve una squadra di persone serie, lontane dall’ipocrisia e dall’attaccamento alla poltrona. Non si può sostenere politicamente un sindaco e poi parlarne male alle spalle, né imporre la propria volontà approfittando dei numeri.
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