
Punti di vista: creare modelli, non soluzioni
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- Categoria: La rotta: appunti per il prossimo Sindaco
- Pubblicato Domenica, 05 Marzo 2017 16:19
- Scritto da Filippo Accordino
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Le donne, i candidati, le strategie, le imprese passate e future, i “posti di lavoro”. Con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale tutti i temi di maggior tendenza tornano al centro di confronti, incontri pubblici e dibattiti a porte aperte e chiuse.
Non è facile, in pochi mesi, affrontare tutti gli argomenti che richiedono attenzione. Una cosa è certa: non è più il momento delle frasi fatte, delle facili promesse, dalle argomentazioni acchiappavoti che poco si sposano con un progetto politico e di governo di un ente locale. Se il fine è quello di creare progetti utili alla collettività, oggi è indispensabile cambiare punto di vista.
Disonesto promettere o semplicemente parlare di “posti di lavoro”. Un comune non deve e non può creare posti. Non è scritto da nessuna parte. Non è un ufficio per l’impiego. La nostra carta costituzionale non garantisce un diritto ai posti di lavoro, ma prevede che siano messe in atto le condizioni per favorirne lo sviluppo. Di conseguenza, anche un comune, ente periferico e capolinea della sussidiarietà verticale dello Stato, è chiamato a impegnarsi per favorire le condizioni, per creare le opportunità affinché possano nascere e prosperare le giuste iniziative in grado di dare ossigeno all’economia e all’occupazione. In altre parole, non sta all’ente pubblico creare attività produttive, quanto, ad esempio, assicurare che queste siano ben collegate con strade comode e sicure. È necessario, nei limiti delle competenze, fornire strumenti, creare modelli organizzativi, operare affinché il territorio sia appetibile agli investimenti anche esterni sotto ogni punto di vista. Non servono posti da rematori, ma remi. Non mattoni, ma pilastri e fondamenta. Non certezze promesse in modo intellettualmente disonesto ma strumenti che dovrebbero già essere a disposizione da molto tempo. Non sono concetti astratti, ma idee da concretizzare in tempi rapidi. Perché un territorio, per crescere economicamente e prosperare socialmente, ha bisogno di essere guidato, di ricevere le giuste informazioni, di ottenere modelli di riferimento personalizzati e non approssimativi che consentano di ripensare al proprio tessuto economico. Le chiacchiere lasciamole ai tavolini dei bar.
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