
Candidature e numeri: privilegiare competenza e responsabilità
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- Categoria: La rotta: appunti per il prossimo Sindaco
- Pubblicato Venerdì, 17 Marzo 2017 17:52
- Scritto da Filippo Accordino
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È un dato facilmente individuabile, dalle premesse note e con risvolti imprevedibili, quello che contraddistingue questo periodo di attesa delle prossime elezioni amministrative. Il paese è diviso e questo lo sapevamo già. Meno certi, al contrario, i risultati ai quali potrebbero portare i quattro, tanti dovrebbero essere, progetti politici e gruppi che parteciperanno alla competizione elettorale.
Le posizioni partitiche, secondo definizione da manuale, sono specchio delle fratture della società. Crepe non necessariamente negative, ma che semplicemente dividono o accomunano individui secondo rivendicazioni, prerogative e obiettivi condivisi. Nello specifico, non occorre grande capacità di osservazione per capire che i quattro gruppi sampietrini siano accomunati da un rifiuto verso una certa parte di attori tra quelli in competizione e da un risvegliato o mai assopito senso di identificazione e fiducia nei confronti di un leader individuato. Parlando di obiettivi, questi restano comuni a tutti nella quasi interezza, trattandosi anche di temi già noti e proposti negli anni ad ogni appuntamento elettorale. Più un argomento è noto e ricorrente nelle bozze di programma, più è manifesta l'inadeguatezza del lavoro fin qui svolto da chi ha amministrato. E non solo tra chi lo ha fatto negli ultimi cinque anni.
In un piccolo centro del moderato entroterra siciliano, non sono molte le linee di programma che ogni progetto dotato di buon senso e capacità dovrebbe prevedere. Basta individuare le pecche del sistema e i settori realmente trainanti. Ma secondo il costume italico, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Sostenere le necessità numeriche di ben quattro gruppi vuol dire, in un paese dalle risorse umane limitate per il già ridotto numero di abitanti, disperdere le poche competenze disponibili in formazioni che tra l'altro, passate le urne, non esisteranno più. In realtà, andrebbe puntualizzato che quasi tutti i gruppi attivi, sotto un piano perlomeno giuridico, non esistono nemmeno adesso, essendo sorti all'improvviso senza alcun progetto continuativo nel tempo.
Qualsiasi esito ci attenda, di questi schieramenti solo uno diverrà maggioranza consiliare e soprattutto amministrazione attiva. Non è difficile comprendere che, dato il disperdersi dei pochi attori in grado di ricoprire un ruolo, potrebbe verificarsi quanto è accaduto in passato con sole due liste, quando sui banchi di consiglio comunale e giunta si sono seduti personaggi dalla manifesta incapacità e fare approssimativo. Tutto ciò perché, nonostante la partecipazione diretta in qualità di candidato sia un diritto da alimentare senza alcun genere di discriminazione nel pieno compimento dei capisaldi della nostra democrazia, allo stesso tempo sarebbe opportuno candidarsi solo se in possesso, se non di conoscenze adatte, quantomeno di una predisposizione a imparare il ruolo per il quale ci si propone. In altre parole, è necessario essere consapevoli che diventare consigliere, assessore o sindaco non è un lavoro che si ferma alla campagna elettorale, ma è fondamentale, ad urne chiuse, essere in grado di mettersi al lavoro per produrre frutti, operando in modo utile e responsabile. Non è cosa buona e giusta quando un nome viene proposto solo perché legato a famiglie numerose o a qualsiasi altro pacchetto di voti. Perché poi, quando in consiglio o in giunta non si è preparati ad affrontare adempimenti e attività, i dolori sono per tutti.
Non si tratta di possedere titoli di studio, ma di non essere capaci di fare autocritica e domandarsi se e quanto si è pronti a dare un contributo, nell'epoca della società liquida in cui tutto sembra essere a portata di mano e facile da realizzare. Ma il cammino che dovrebbe far riemergere San Piero dalla palude sociale, politica ed economica in cui versa è, in realtà, una scalata su rocce impervie e ostili. È necessario esserne al corrente e mettere in campo giocatori con piedi buoni, inserendoli tutti nella stessa squadra. Consapevolezza e responsabilità sono le chiavi di tutto.