
Consapevolezza smarrita. La tenacia del passato e l’oblio del presente.
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- Categoria: Approfondimento e opinioni
- Pubblicato Sabato, 05 Agosto 2017 19:56
- Scritto da Filippo Accordino
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La pubblicazione del libro “Risveglio Popolare (1944-1946). La rivoluzione repubblicana di San Piero Patti”, scritto da Giuseppe Albana e curato dalla figlia Caterina, stimola una serie di riflessioni, in parte già proposte nella presentazione di ieri sera alla biblioteca comunale.
La narrazione dei fatti relativi all’impegno politico di alcuni giovani sampietrini, tra i quali l’autore del libro, in occasione del referendum del 1946, non può che colpirci per la tenacia, il coraggio e l’impegno espressi dai protagonisti. L’abilità, le capacità oratorie e di propaganda che non tralasciarono un’attenta attività di comunicazione tramite scritte murali (e ricordiamo che all’epoca il paese era ancora pieno di iscrizioni inneggianti al fascismo), affissioni e comizi sono probabilmente le premesse del fatto singolare che vide registrare a San Piero Patti oltre il 69% dei voti in favore della Repubblica. Un dato non semplicemente in controtendenza, ma che rappresenta un fatto quasi unico nel suo genere. Di certo il fenomeno meriterebbe di essere ulteriormente indagato, al di là della narrazione autobiografica, per coglierne meglio le dinamiche. Attraverso i metodi della ricerca storica e sociale, probabilmente, sarebbe possibile rintracciare gli altri elementi di contesto che contribuirono a quel risultato. In attesa di ulteriori e futuri studi sul caso, che ci auguriamo possano essere prima o poi compiuti, potremmo facilmente ipotizzare e sostenere che la popolazione sampietrina del tempo avesse raggiunto un alto grado di consapevolezza del proprio passato e di decisione nel riscattare le proprie sorti. Consapevolezza scaturita dalla vita dura e dalla drammaticità di quegli anni, ma probabilmente persa in successive epoche di benessere.
Proprio nella serata di ieri, molta attenzione è stata rivolta a segni del passato persi nel tempo o che rischiano di scomparire. Il riferimento, in particolare, è stato alle due targhe commemorative su Marmorio e Lauria e sui fatti del ’21. Di una di queste già nel 2014 il Tocco ne aveva indicato l’esistenza presso i magazzini comunali, nella speranza di poterla vedere ricollocata nel sito originario. Ancora attendiamo.
L’oblio dei segni del passato, e ve ne sono tanti che andrebbero salvaguardati prima che scompaiano definitivamente, è uno dei sintomi della perdita di consapevolezza circa i fatti cui sono riferiti. E ciò è abbastanza grave se pensiamo che quegli eventi, anche se geograficamente periferici, rientrano a pieno titolo nella storia d’Italia e sono alla base degli odierni valori del nostro Stato.
Sarebbe opportuno censire accuratamente e preservare con i dovuti modi targhe, scritte e segni di qualsiasi altro tipo, riferiti a questi o ad altri fatti storici, anche quando, da un punto di vista contenutistico, si preferirebbe rimuoverli. Queste tracce sono custodi della nostra memoria.
La stessa toponomastica, menzionata nell’incontro di ieri sera, è strumento di richiamo alla nostra storia: anche questa deve essere valorizzata. Ed è quindi un peccato che oltre a non onorarla adeguatamente, magari ripristinando le targhe spesso consumate dal tempo, ci si ostini a non utilizzarla. Voglio citare, solo in funzione di esempio, il programma dell’estate sampietrina di quest’anno. Non me ne vogliano gli organizzatori delle lodevoli iniziative, ma scrivendo “salita castello” in sostituzione dell’intitolazione ufficiale di una strada si è persa l’opportunità di ricordare un nostro concittadino, il Tenente Antonino Genovese, che perse la vita in Etiopia a soli 27 anni. Altra storia dimenticata da molti.
La consapevolezza del proprio passato è fondamentale per alimentare non solo le coscienze, ma anche l’agire quotidiano. Albana, Gorgone e i tanti altri personaggi che abbiamo la fortuna di apprezzare tramite pubblicazioni come questa, da stimolare e sostenere, con le loro virtù possono costituire per noi l’esempio. Impariamo a custodirne la memoria e a tramandarla con ogni mezzo possibile, saremo sempre più consapevoli e intellettualmente autonomi.
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