
Nuovo metodo o caso isolato?
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- Categoria: Approfondimento e opinioni
- Pubblicato Domenica, 24 Settembre 2017 15:58
- Scritto da Filippo Accordino
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In parecchie occasioni, nelle pagine de il Tocco, vi abbiamo invitato a riflettere sulla necessità di fare sistema. Quando si propone un concetto apparentemente teorico si rischia sempre di risultare poco concreti ed eccessivamente retorici agli occhi del lettore. Finalmente abbiamo l’opportunità di proporvi un’espressione concreta di sistema. La festa di contrada Boschitto, la scorsa domenica, ha segnato la fine del programma ufficiale degli eventi estivi. Una stagione profondamente diversa da quelle degli ultimi anni. Come accaduto nel 2007, il cambio di amministrazione ha ravvivato i meccanismi partecipativi nella collettività, stimolando la creazione di qualcosa di utile per il paese. E i risultati sperati sono stati raggiunti, se ripensiamo alle strade piene di gente come non si ricordava da tempo. Ma sarebbe limitato e non molto utile soffermarsi solo su questo aspetto, oggetto di ampie discussioni nelle chiacchiere da piazza.
In questa stagione estiva, forse per la prima volta, è stato adottato un metodo, quello corretto. Ed è necessario sperare che si sia trattato solo dell’inizio di questa applicazione. Nel migliore dei modi, questo è stato materializzato nel Ca' Food. Un’idea già vista altrove, ma originale per San Piero Patti, che è riuscita a mettere insieme alcune carte vincenti. La collaborazione costruttiva tra tessuto economico e associazionismo, difficilmente creata in passato. L’idea di una manifestazione basata sul cibo locale, unico motore in grado di suscitare curiosità coinvolgendo trasversalmente pubblici molto eterogenei, con tutto il rispetto per qualsiasi altra iniziativa. Il ridotto investimento economico di base, poiché anche senza conti alla mano, non è difficile intuire che le spese organizzative siano stato veramente esigue in confronto alle entrate sviluppate e all’indotto creato, anche se per un solo giorno.
Possiamo andare oltre considerando anche altri aspetti. In generale, non vi è stata alcuna manifestazione particolarmente onerosa nei costi o non premiata da adeguati riscontri. E questo è un altro punto a favore. In un piccolo centro collinare, seppur avvicinato alla costa da una viabilità migliorata che speriamo possa ulteriormente perfezionarsi, la ridotta capacità ricettiva e di accoglienza dovrebbe favorire eventi frequenti con una proporzionata e sostenibile partecipazione di pubblico. In altre parole, meglio ospitare duecento turisti ogni sera per tutto il periodo estivo e non millecinquecento persone in un'unica occasione. Un periodo estivo come quello trascorso è da preferire a una sola serata con un mega concerto inserita in un calendario con poche iniziative di richiamo. Se un qualsiasi bar o pizzeria è in grado di poter servire, ipotizziamo, non oltre venti tavoli, il numero non varia se all’improvviso giungono duemila turisti tutti insieme. Meglio suddividere questa fonte di reddito in un periodo più lungo. Questo significa realizzare un’allocazione efficiente delle risorse.
Sono alcuni ingredienti semplici, ma che ci fanno comprendere quale sia la direzione giusta da seguire. Ogni manifestazione o iniziativa è da lodare per le risorse umane e materiali impiegate, per la dedizione e la passione di tutte le associazioni attive nel territorio. Ma quando le tante e diverse realtà associative riescono a incontrarsi, ciò è meraviglioso, si ripristina un senso di comunità perduto e si raggiungono obiettivi altrimenti irrealizzabili. Se poi l’associazionismo inizia a collaborare con le realtà commerciali, evitando di limitare l’approccio alla richiesta del classico contributo, diventato quasi un’imposizione, siamo già in un sistema efficiente che può portare vantaggi concreti al territorio. Infine, se associazioni e commercianti ricevono il sostegno dell’ente comunale, possiamo affermare di trovarci in un sistema perfetto in grado di generare benessere.
Senza dimenticare che tutto il centro abitato, nonostante molte vecchie carenze da sanare al più presto, è stato presentato in una veste di decoro e pulizia alla quale non eravamo più abituati. La sola fontana di San Vito, finalmente in funzione e abbellita come mai in passato, ne è un esempio. E smettiamo di etichettarla come un simbolo politico. Negli ultimi tempi, dopo l’imbrunire, sembra piuttosto essere diventata il luogo di ritrovo preferito di bambini e adolescenti. Consideriamola un simbolo di futuro, in grado di esprimere anche il meglio del nostro passato. Domani saranno quei giovanissimi a dover contribuire allo sviluppo economico e sociale. La comunità non può possedere un’ossatura forte se non pensa al ricambio generazionale, della società e delle organizzazioni. Dobbiamo fornire loro gli strumenti migliori.
Sicuramente molti aspetti sono da migliorare, ma quest’estate sampietrina sarà a lungo ricordata. Vogliamo fidarci nel credere in un cambio di rotta che segna l’inizio di un nuovo approccio. La festa di San Biagio è alle porte, poi arriverà Natale e senza nemmeno accorgercene saremo nel 2018. Possa proseguire questo entusiasmo, augurandoci di non dovere aspettare l'alba di una nuova era politica per vivere un’estate come quella passata. Impegno e costanza sono la chiave di tutto.
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