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AOU Sant’Andrea: 490 accessi al Percorso per vittime di violenza dal 2020

Un percorso di tutela attivo 24 ore su 24 nel cuore del Pronto Soccorso

L’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea di Roma rappresenta da anni un punto di riferimento nella lotta alla violenza, con un percorso dedicato alle vittime di maltrattamenti attivo senza interruzioni dal 2018. Dal 2020 a oggi, il servizio ha preso in carico ben 490 persone. A fronte di un sistema sanitario spesso sotto pressione, l’esperienza del Sant’Andrea mostra come sia possibile offrire ascolto, accoglienza e supporto a chi denuncia situazioni di pericolo, discriminazione o abuso, senza distinzioni di sesso, genere o età.

Nel corso del solo 2024, gli accessi sono stati oltre 136, mentre nei primi sei mesi del 2025 le richieste d’aiuto sono già salite a quota 80. Una tendenza in crescita che non segnala soltanto un aumento dei casi, ma anche una maggiore consapevolezza del ruolo del Pronto Soccorso come presidio di emergenza non solo clinica, ma anche sociale.

Codice Rosa: il protocollo che intercetta il disagio invisibile

Il cuore operativo del percorso è il Codice Rosa, un codice di accesso specifico che viene attivato quando il personale sanitario, grazie a una formazione mirata, riconosce segnali di possibile maltrattamento. Il codice si affianca a quelli clinici tradizionali, garantendo un intervento differenziato e tempestivo. A conferma dell’urgenza di strumenti come questo, una raccolta dati coordinata dal professor Maurizio Pompili, direttore della UOC di Psichiatria del Sant’Andrea, ha evidenziato che nel 67% dei casi le vittime avevano già fatto accesso alla struttura, senza che fosse ancora emersa la condizione di abuso.

Il percorso è nato proprio per intercettare questi segnali sommersi, offrendo un ambiente sicuro dove la persona possa iniziare a raccontare e a farsi aiutare.

Il profilo delle vittime adulte: chi chiede aiuto

Dei 490 casi registrati dal 2020, 449 riguardano adulti. L’81,5% sono donne, mentre il restante 18,5% sono uomini. Le fasce d’età più colpite sono quelle centrali: quasi la metà dei casi si concentra tra i 31 e i 49 anni, mentre il 35% ha superato i 50 e il restante 20% è rappresentato da giovani adulti tra i 18 e i 30 anni.

Il 66,1% delle violenze avviene tra le mura domestiche, spesso senza alcun testimone. Solo nel 39,2% dei casi, infatti, è presente qualcun altro durante l’episodio. In oltre il 72% delle situazioni, le motivazioni alla base degli episodi sono riconducibili a litigi, mentre in percentuali molto minori emergono casi connessi all’uso di sostanze o ad aggressioni sessuali.

Alla proposta di essere inseriti nel percorso Codice Rosa, il 76,2% dei pazienti risponde in modo positivo. Tuttavia, solo poco più della metà riesce a portare a termine il processo, e solo nel 15,9% dei casi si avvia un vero e proprio iter ospedaliero interno. Il più delle volte, la dimissione dal Pronto Soccorso coincide con l’orientamento verso strutture protette o centri antiviolenza.

I minori nel percorso: violenze che nascono in famiglia

Sono 41 i minori entrati nel percorso Codice Rosa dell’ospedale dal 2020. Di questi, 23 sono femmine e 18 maschi, con un’età media di circa 11 anni. Nella quasi totalità dei casi – pari al 95,1% – si tratta di bambini italiani. Ma il dato più preoccupante è un altro: nel 70,8% dei casi, gli autori delle violenze risultano essere i genitori stessi.

Il percorso si attiva anche per loro grazie alla sensibilità degli operatori sanitari del Pronto Soccorso, in grado di cogliere i segnali più sottili, spesso invisibili, di disagio e abuso domestico.

Una rete ospedaliera multidisciplinare per affrontare la crisi

La gestione del Codice Rosa all’interno dell’Ospedale Sant’Andrea non è affidata a singole figure, ma a un team multidisciplinare altamente qualificato. Il gruppo di lavoro comprende professionisti provenienti da diversi ambiti, come la medicina legale, la ginecologia, la pediatria, la psichiatria, la psicologia, l’infermieristica e l’assistenza sociale. Non mancano nemmeno figure fondamentali come l’avvocato, che supporta gli operatori sanitari nella gestione delle situazioni giuridicamente più complesse, e il referente della Direzione Sanitaria.

A guidare il lavoro del team c’è Marzietta Montesano, referente del percorso Codice Rosa per l’AOU Sant’Andrea e membro della rete nazionale. L’obiettivo è quello di rispondere in tempo reale alle esigenze di chi chiede aiuto, agendo su quattro pilastri fondamentali: la tempestività, l’empatia, la riservatezza e la protezione della persona.

Forze dell’Ordine in sede e collaborazione con le Istituzioni

A rafforzare ulteriormente la credibilità del percorso c’è la presenza costante delle Forze dell’Ordine all’interno del Pronto Soccorso e il supporto del servizio di vigilanza. Questa presenza rappresenta un presidio di sicurezza importante non solo per le vittime, ma anche per il personale che opera in prima linea.

Le Istituzioni, sia a livello regionale che nazionale, continuano a garantire il coordinamento di una cabina di regia sul territorio, capace di offrire supporto non solo sanitario e psicologico, ma anche legale, logistico e operativo.

Le parole della referente: “Non abbassare mai l’attenzione”

“La nostra struttura è in grado di rispondere in tempo reale ai bisogni delle persone che vivono situazioni di pericolo. Grazie a un’attività multidisciplinare ben rodata, possiamo prenderci cura di chi subisce violenza, non solo dal punto di vista clinico, ma anche da quello psicologico e sociale”, afferma Marzietta Montesano.

La referente del percorso ricorda quanto sia importante non far calare l’attenzione pubblica su questo tema: “Su un fenomeno così grave non bisogna mai spegnere i riflettori. La sensibilità delle Istituzioni è reale, così come il nostro impegno quotidiano per garantire una risposta concreta a chi ha il coraggio di chiedere aiuto”.

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